“Attraverso la contrattazione di secondo livello bisogna portare a casa il maggior numero di accordi che possano migliorare la condizione economica dei lavoratori”: è questo uno degli obiettivi del neo segretario della categoria dei metalmeccanici Fiom/Mav della Cgil altoatesina, Marco Bernardoni, che subentra a Cinzia Turello. L’assemblea è stata incentrata sul tema della sicurezza, alla luce del grave incidente avvenuto alla Aluminium Bolzano.
Bernardoni, bolzanino di 58 anni, è entrato in Iveco come elettricista dove ha lavorato fino allo scorso aprile. Iscritto alla Fiom dagli anni Novanta è poi entrato nel direttivo dove è anche diventato delegato. In quest’ultimo ruolo ha avuto occasione di seguire da vicino il rinnovo del contratto nazionale specifico del gruppo Stellantis – Iveco e di partecipare ad alcune assemblee dei delegati Fiom nazionali. Dal 2023 è entrato anche nella segreteria Fiom e nell’assemblea generale della Cgil provinciale.
L’elezione a segretario è avvenuta durante l’assemblea della categoria che si è tenuto a Bolzano alla presenza di 35 delegati e di Samuele Lodi della Fiom nazionale.
Il nuovo segretario nella sua relazione ha definito importante arrivare, in sinergia con la Provincia e le categorie imprenditoriali, ad un accordo che porti contributi speciali oppure una riduzione dell’Irap a carico delle aziende più virtuose in cambio di aumento di salario nelle buste paga.
In questi anni l’attività della categoria dei metalmeccanici altoatesini è stata incentrata sulla sicurezza e, visto quanto accaduto alla Aluminium, la Fiom/Mav considera tale attività più che mai prioritaria. “Bisogna quanto prima fare chiarezza sull’esplosione alla Aluminium. Non possiamo più tollerare che gli operai rischino la vita per lavorare”, ha detto Bernardoni durante l’assemblea.
Nella relazione della segretaria uscente Turello ha espresso rammarico per il fatto che la Provincia di Bolzano non consideri il comparto dell’industria un settore trainante dell’economia altoatesina nonostante, a livello locale, l’industria manifatturiera sia pari a quasi il 24% del tessuto produttivo.
“L’esempio lampante sotto gli occhi di tutti è Alpitronic che a tutt’oggi non ha ancora trovato un terreno per costruire i capannoni e i più degli 800 dipendenti oggi occupati lavorano dislocati da un capo all’altro della città in ex magazzini di frutta”.
Secondo la Fiom/Mav, senza una politica adeguata, il settore è a rischio. Infatti, è in atto la delocalizzazione di aziende storiche altoatesine verso la provincia di Trento. “Per evitare che il settore venga schiacciato dalla concorrenza serve finalmente un intervento politico lungimirante – ha rimarcato – e capace di rendere più attrattivo il territorio come sede di insediamenti produttivi”.
Turello ha ribadito come si assista ad una ricaduta della crisi a livello globale anche nella nostra Provincia, coinvolgendo in special modo le aziende che operano nel settore dell’auto, costrette ad accedere alla cassa Integrazione per lunghi periodi, riferendosi in particolare alla GKN di Brunico.
Foto. Marco Bernardoni, segretario generale Fiom/Mav