La rassegna estiva Teatro in Corte di Rovereto prosegue con uno spettacolo di grande delicatezza per il tema che porta in scena: il suicidio di un giovane, il dolore di chi resta.
In programma venerdì 12 luglio alle ore 21.30 “Vespro della Beata Vergine” di Antonio Tarantino, una produzione Tip Teatro di Lamezia Terme (CZ) con Dario Natale per la regia di Mauro Lamanna.
Un padre si ritrova in un ospedale per recuperare la salma del figlio suicida. Attraverso una telefonata immaginaria con il figlio defunto, cerca di comprendere il loro rapporto. La scena è semplice, con pochi oggetti e proiezioni di video di famiglia. L’uomo trasforma la sua volgarità in tenerezza, un padre comprensivo che trova conforto nel dialogo postumo con il figlio. Entrambi emarginati, l’atto estremo del giovane consente loro di riconnettersi in un momento di dolcezza e affetto.
Il Vespro della Beata Vergine, insieme a Stabat Mater, Passione secondo Giovanni e Lustrini, è parte della raccolta Quattro atti profani, tetralogia di ispirazione religiosa, tragica e grottesca narrazione di un mondo di antieroi commoventi e strazianti.
Antonio Tarantino (1938 –2020) per il teatro italiano contemporaneo è stato un punto di riferimento, uno scrittore irregolare in tutti i sensi, per la sua biografia, la sua lingua, le sue trame che hanno lasciato un segno importante. La poetica di Tarantino si lega in modo irrimediabile al disincanto, all’ironia, alla lucidità beffarda della sua visione politica e esistenziale, che nei suoi lavori diventa una graffiante fotografia della dimensione sociale collettiva e personaggi che sono come anime eternamente ferite, sconfitte ma disperatamente vive. La sua analisi era contraddistinta da toni feroci e una splendida lingua, perché da subito Tarantino si è posto il problema della lingua e della scrittura come direttamente collegato al teatro e alla sua evoluzione in senso innovativo.
“Io credo, ho sempre creduto che gli dei, i miti e gli eroi non siano mai scomparsi dal nostro mondo e, anzi, lo popolino oggi come nell’Età dell’oro […]. Siccome la storia del mondo è, come rivela la parabola del linguaggio, la storia di una caduta, è molto più facile incontrare divinità e figure mitiche tra gli ultimi, tra coloro che non dovendosi rappresentare come entità mondane, come figure rivestite di abiti di scena, di costumi atti a rendere possibile la recita della vita sociale, possono anziché rappresentarsi, semplicemente presentarsi e rendersi trasparenti: coloro cioè che lascino che la luce li trapassi. Sono, costoro, divinità ignare.”
(A. Tarantino)
Ingresso 5 euro
Alla fine dello spettacolo sarà offerta a tutti i partecipanti una degustazione di vino dalla cantina Mori Colli Zugna
In caso di maltempo lo spettacolo si svolgerà alla Sala Filarmonica C.so Rosmini 86
Info e prenotazioni: info@evoeteatro.
Biglietteria online su www.evoeteatro.it
Foto/c – Antonio Raffaele