Il Festival Bolzano Danza prosegue il suo percorso lasciando spazio alle istanze politiche e sociali portate avanti da autrici e performer donna spostandosi a Museion-Museo d’arte contemporanea di Bolzano per Confessional di Magdalena Mitterhofer-Shade Theret e Tarantula di Sophie Lazari (25 luglio due recite, h.18 e h. 19, biglietto unico per entrambe), appuntamenti realizzati dal Festival in collaborazione con Museion nell’ambito della mostra collettiva Renaissance a cura di Leonie Radine.
Si comunica che lo spettacolo Entre mes jambes di Maryam Kaba/Afrovibe Solidarity è stato cancellato causa impossibilità di allestirlo a regola d’arte e con intera scenografica in un altro teatro cittadino a seguito della sopraggiunta in corso di festival inagibilità tecnico/strutturale del Teatro Studio dove era stato programmato. Per il rimborso del biglietto o richiesta di sostituzione rivolgersi alla biglietteria del Teatro Comunale.
Le pratiche di Magdalena Mitterhofer e Shade Theret si collocano all’intersezione tra teatro, film, performance e disegno. Il loro Confessional trae ispirazione dal teatro d’avanguardia italiano degli anni ’60 e ’70, incanalando lo spirito di Giuliano Vasilicò e Pier Paolo Pasolini. Alcune domande fondamentali emerse durante il processo creativo hanno dato forma al lavoro: che cosa significa la confessione? Quali alternative esistono alla confessione nella società di oggi? Come definiamo la colpa? La narrazione si sviluppa organicamente attraverso un’improvvisazione primaria, traendo ispirazione da diverse contemplazioni e da movimenti dei rituali cattolici. Due performer danno vita a personaggi modellati su stereotipi mentre un terzo, con tecniche di mimo, cerca una connessione con il pubblico.
Performer, illustratrice, pittrice e tatuatrice, Sophie Lazari, nata a Bologna ma cresciuta a Bolzano, in Resurrectionem Tarantula reinterpreta il rituale del tarantismo, combinando narrazioni queer e un’estetica sgargiante. La performance nasce dalla credenza popolare secondo cui il morso di un ragno scatena l’isteria nelle donne; le tarantolate potevano guarire solo attraverso una danza accompagnata dal tamburello. Così nella sua performance Lazari, sul ritmo della pizzica, reinterpreta i movimenti del ragno e delle donne morse. Sola, dal pavimento su cui è distesa, trova lentamente la forza di muoversi e rinascere grazie alla musica.
La mostra collettiva RENAISSANCE allestita al 3° e 4° piano di Museion fino al 1° settembre, a cura di Leonie Radine su Progetto espositivo di (ab)Normal. Renaissance include opere di giovani artisti altoatesini e milanesi. Quali AliPaloma, Monia Ben Hamouda, Costanza Candeloro, Filippo Contatore, Isabella Costabile, Binta Diaw, Giorgia Garzilli, Sophie Lazari, Lorenza Longhi, Magdalena Mitterhofer, Jim C. Nedd, Luca Piscopo, Raphael Pohl, Davide Stucchi, Tobias Tavella. Nonostante la diversità delle loro pratiche, tutti condividono, in senso lato, un esame critico della nozione di patrimonio culturale, degli “standard” sociali ed estetici e della persistenza dei fantasmi del passato. Gli artisti utilizzano metodi, immagini, tessuti, oggetti, architetture o prodotti di scarto delle industrie culturali o creative per sviluppare il loro lavoro all’intersezione tra arte visiva e arte applicata. In questo modo, espongono le basi dei tropi egemonici di rappresentazione e delle strutture di potere e affrontano questioni di appartenenza e identità culturale in vari modi transdisciplinari.
Foto, Mitterhofer/c-Amelie Kahn Ackermann