Missionari altoatesini raccontano

L’abbazia di Monte Maria a Burgusio in alta Venosta ha ospitato oggi l’incontro annuale di missionari e missionarie locali che in estate fanno ritorno in Alto Adige per una vacanza. Nel tradizionale appuntamento estivo il vescovo Ivo Muser ha ricordato la responsabilità missionaria della Chiesa e ha evidenziato il significato dell’incontro con altre culture e altri Paesi.

Una sessantina tra religiosi e laici, rappresentanti dei gruppi parrocchiali e volontari attivi nella cooperazione locale si sono ritrovati nell’abbazia di Monte Maria nell‘incontro annuale con i missionari che in estate tornano in Alto Adige per un periodo di vacanza. Il tradizionale appuntamento promosso dall’Ufficio missionario diocesano, presente anche il vescovo Ivo Muser, mette al centro l’ascolto delle esperienze di chi vive in terra di missione e il rafforzamento della collaborazione a sostegno dei progetti nel mondo. Attualmente sono una quarantina gli altoatesini, religiosi e laici dei tre gruppi linguistici, in servizio missionario nei vari continenti.

La giornata si è confermata una preziosa occasione di confronto con il vissuto dei missionari, che hanno raccontato del loro lavoro: significative le testimonianze di Margret Bergmann al lavoro in Afghanistan, di suor Gertraud Boschetto impegnata in Pakistan e India, di don Josef Werth per 50 anni in Brasile. Spazio poi anche alle esperienze di due missionari laici altoatesini, Simon Lemayr e Tobias Mittelberger, che hanno trascorso un periodo in Uganda.

Il vescovo Ivo Muser, che in luglio ha visitato i progetti sostenuti in Tanzania, ha sottolineato la responsabilità missionaria della Chiesa (“la Chiesa non pratica la missione, la Chiesa è missione”) e l’importanza fondamentale dell’incontro con persone di culture e Paesi differenti, “che arricchiscono la vita ecclesiale e rafforzano la fede.” Questo atteggiamento virtuoso, ha aggiunto Muser, va contrapposto ”al crescente individualismo e all’egocentrismo che segnano la società e anche la Chiesa.” Muser ha invitato “a guardare più in là, a non occuparci troppo di noi stessi. La nostra realtà altoatesina, anche quella ecclesiale, ha bisogno della dimensione missionaria.”

L’attività dell’Ufficio missionario diocesano è stata sintetizzata dalla direttrice Irene Fortin Obexer, che ha fornito i dati delle tre grandi collette diocesane del 2023 a sostegno di progetti nelle missioni: con l’azione degli Sternsinger (i Cantori della stella), l’offerta della Quaresima di fraternità e la colletta nella Domenica di San Cristoforo sono stati raccolti circa 1,7 milioni di euro e finanziati oltre 170 progetti. La direttrice ha ricordato anche il successo della raccolta di donazioni per l’iniziativa “Una matita per la formazione” a sostegno di 15 ragazze in Uganda che stanno completando gli studi di infermieristica e ostetricia e che non avevano la possibilità di pagare la retta scolastica.

Nell’incontro sono state ricordate anche le dieci persone decedute nell’ultimo anno e a lungo impegnate nel mondo: padre Ludwig Lochmann (da Anterivo all’Uganda), p. Eduard Falk (da Terento al Perù), p. Anselm Vettori (da Fiè all’Indonesia), don Alois Valentin (da Falzes al Kenya e all’Uganda), la maestra Angela Clara (focolarina, dalla val Badia agli Stati Uniti e alle Filippine), suor Felix Maria-Frieda Malsiner (dalla val Gardena al Camerun), don Albert Rienzner (in Uganda), don Flavio Debertol e padre Robert Miribung (sostenitori dei missionari), e la benefattrice delle missioni Raffaella Baglioni Raffagnini di Terlano. L’incontro si è concluso con la celebrazione dei vespri.

Foto, i partecipanti all’incontro 2024 dei missionari nell’abbazia di Monte Maria sopra Burgusio in val Venosta