Censura, bugie e pericoli normativi: il punto con i giuristi Olga Milanese e Luca Marini

L’era della ‘nuova normalità’ non consente dubbi o domande. In un periodo storico in cui è vietato porre interrogativi e nel dibattito pubblico trionfa solo il tifo da stadio, è d’obbligo ripercorrere le vicende che hanno caratterizzato i mesi estivi: le ammissioni di AIFA sul fatto che i vaccini anti-Covid non immunizzavano (le prove erano già presenti alla fine del 2020), contro cui cozza la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, secondo la quale non vi erano state violazioni in merito alla sospensione dei sanitari non vaccinati; le dichiarazioni da parte di Zuckerberg sulle censure operate dal suo social, durante la pandemia; l’arresto del fondatore di Telegram e alcune ‘novità’ di politica sanitaria. Pare sempre più sbalorditivo il livello di estraniamento in cui è caduta la società che, nonostante l’enorme quantità di menzogne e di soprusi subiti, non sembra interessata più di tanto a conoscere la Verità. Abbiamo fatto il punto con l’avvocato Olga Milanese, presidente dell’associazione ‘Umanità e Ragione’, da sempre in prima linea per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell’uomo, e con il professor Luca Marini, avvocato e docente di diritto internazionale all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, già vicepresidente del Comitato Nazionale per la Bioetica e attuale presidente del Centro di studi biogiuridici ‘ECSEL’.

Le recenti ammissioni di AIFA sul fatto che i vaccini anti-Covid non immunizzavano possono lasciare basiti solo coloro i quali non hanno mai letto gli studi registrativi, pubblicati a partire dal dicembre 2020. L’aspetto veramente sconvolgente è che, di fronte a dichiarazioni del genere (e a molte altre del passato), nessuno si ponga interrogativi sulle gravissime e inutili misure restrittive adottate nei confronti dei non vaccinati (Green Pass, obblighi vaccinali, sospensione dello stipendio ed esclusione dalla vita sociale). Come se lo spiega?

Olga Milanese (OM): “In parte è dovuto al fatto che una certa tipologia di notizie ha sempre una maggiore difficoltà a circolare. Per quanto qualche giornale di rilievo nazionale abbia pubblicato qualcosa, è la televisione ad avere ancora oggi l’impatto più rilevante sull’opinione della popolazione e lì certe ammissioni faticano a trovare spazio. Si deve anche considerare che le persone sono stanche di sentir parlare di determinati argomenti, sia perché hanno la necessità di lasciarsi alle spalle uno dei periodi più complicati della propria vita, sia perché non è da tutti riuscire ad affrontare la paura che può derivare dal pensiero di aver fatto delle scelte potenzialmente pericolose per la propria salute. È naturale, quindi, che si cerchi di respingere quell’idea. Devo dire che su questo la cosiddetta controinformazione non aiuta, poiché ricorre a metodi comunicativi terrorizzanti (esattamente come quelli, di segno opposto, messi in campo dal mainstream), senza che ve ne sia una reale necessità. Sarebbe importante accantonare gli allarmismi e il terrorismo comunicativo, per riuscire ad aprire un dialogo con le persone e consentire loro di conseguenza di valutare con serenità i fatti e la propria situazione”.

Altra ammissione recente (subito archiviata dal mainstream) è quella di Zuckerberg, relativa alle pressioni subite durante il periodo pandemico per censurare i ‘dissidenti’ sui social. Anche in questo caso le reazioni e le informazioni relative al caso sono state quasi inesistenti. Le inchieste e le varie commissioni sul Covid sono destinate a naufragare completamente?

Luca Marini (LM): “Forse non completamente, nella misura in cui inchieste e commissioni varie riescano a fare audience e, soprattutto, a dare l’impressione che le istituzioni o la politica vogliano affrontare i problemi e cercare la verità. Ma è solo polvere negli occhi, come del resto è sempre accaduto con le commissioni parlamentari di inchiesta”.

Fra l’altro, proprio nei giorni scorsi, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sentenziato all’unanimità che non vi erano violazioni dell’articolo 8 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, riguardanti la sospensione dei sanitari che non si erano voluti vaccinare…

OM: “Il caso trattato dalla Corte ha le sue peculiarità considerando che la gestione della politica vaccinale nel territorio di San Marino è stata diversa rispetto all’Italia. Sebbene la Corte EDU abbia indubbiamente mancato di coraggio nel difendere i principi della Convenzione, l’esclusione del contrasto delle leggi sanmarinesi con la CEDU è dipesa dal fatto che nella Rep. di San Marino la vaccinazione era stata programmata su base volontaria anche per la categoria dei medici, che la mancata vaccinazione non comportava l’applicazione di alcuna multa o sanzione amministrativa e che era prevista l’applicazione di misure alternative, quali il trasferimento ad altra posizione, ove possibile, o la possibilità di svolgere attività socialmente utili con un’indennità di €600/00 per i medici che non volessero sottoporsi al vaccino. Come si nota, era una situazione nient’affatto paragonabile a quella che si è avuta nel nostro Paese”.

La censura e la manipolazione delle informazioni hanno condizionato pesantemente gli ultimi quattro anni delle nostre vite. Chi scrive verità scomode o si discosta dalla narrativa dominante rischia di ‘toccare i fili dell’alta tensione’. L’arresto del fondatore di Telegram, Pavel Durov, fa paventare la nascita di una società del controllo totale, attraverso strumenti quali il Digital Services Act (DSA). Quali scenari si prospettano?

LM: “Quelli che già conosciamo. Controllo totale e totalitaristico dell’istruzione, della formazione, dell’esercizio delle attività professionali, della vita individuale, delle relazioni sociali, delle comunicazioni: della vita, in una parola. Il bello è, purtroppo, che ci sono ancora moltissimi, anche tra i cosiddetti ‘resistenti’, che si fermano a un primo livello di consapevolezza critica e pensano che tutto ciò dipenda da meri interessi economici, senza riuscire a cogliere l’importanza del controllo in sé”.

Parliamo degli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI). Il Ministro Schillaci aveva dichiarato che l’Italia avrebbe notificato il proprio rifiuto: come stanno le cose? Perché è importante il ‘no’ del nostro Paese?

OM: “Ad oggi non ci risulta notificata alcuna opposizione. Sono in corso alcune iniziative volte a sollecitare il Ministro a mantenere la parola data e noi, come ‘Umanità e Ragione’, certamente ci muoveremo in questo senso. È importante che l’Italia non accetti le numerose modifiche apportate al Regolamento per diversi motivi, ma ritengo che si debba dare particolare attenzione a due aspetti: è stato consolidato il potere del Direttore Generale dell’OMS di dichiarare emergenze di sanità pubblica o pandemie, fondando le proprie valutazioni sulla base delle conoscenze scientifiche del momento (concetto, come sappiamo, ampiamente opinabile). Da questo potere discendono importantissime conseguenze in tema di politica sanitaria e, purtroppo, di rispetto dei diritti degli individui. Che vi sia una tendenza a reprimere la libertà dei cittadini anche solo di dissentire rispetto alle scelte politiche nazionali ed internazionali lo ricaviamo dall’Allegato 1 del RSI, paragrafo A, che di fatto codifica la sostanziale repressione del diritto ad un’informazione libera e pluralista, prevedendo che ciascuno Stato membro debba adoperarsi, tra l’altro, per lottare contro la “cattiva informazione” e la “disinformazione”, definite come dei rischi da dover contrastare. Viene quindi normato a livello internazionale un potere censorio già sperimentato da noi durante il periodo pandemico, che mina la libera informazione e la possibilità di qualsiasi confronto, e di fatto impedisce ai cittadini di potersi formare un’opinione consapevole sulle emergenze dichiarate e sulle questioni sanitarie, precludendo loro scelte libere e realmente informate in materia sanitaria”.

Di recente sono state apportate modifiche al Regolamento sullo spazio Schengen in caso di ‘un’emergenza di sanità pubblica su vasta scala che comporti una grave minaccia per la salute a carattere transfrontaliero, riconosciuta dalla Commissione a livello di Unione…’. Che cosa significa, tradotto in parole semplici? 

OM: “La nuova normativa comunitaria ha ridefinito le regole dello spazio Schengen in caso di crisi sanitarie, affidando importanti poteri alla Commissione Europea e al Consiglio e prevedendo la possibilità per gli Stati di imporre considerevoli limitazioni di movimento per motivi inerenti alla cd. tutela della salute pubblica. Di fatto, è stato regolamentato e, quindi, legittimato, quanto già accaduto durante la pandemia, ampliando le possibilità di restrizioni alla libera circolazione”.

Novembre si avvicina e Trump si appresta a ritornare presidente degli Stati Uniti. Durante la sua campagna elettorale ha promesso di fare luce su tante questioni: la sua elezione come potrebbe cambiare la situazione geopolitica attuale? 

LM: “In alcun modo o, meglio, nel modo già pianificato da altri. Forse c’è ancora qualcuno che si illude che il presidente degli Stati Uniti d’America sia l’uomo più potente del mondo, che pensi con la propria testa e che possa fare ciò che vuole o ciò che crede giusto, ma diciamo che non è proprio così”.

Si dice che ‘la verità ha il passo lento’, ma prima o poi arriva. Numerose verità, che fino a ieri venivano però etichettate come ‘teorie complottiste’, oggi sono state sdoganate: l’efficacia degli antiinfiammatori contro il Covid; l’esistenza degli effetti avversi (in alcuni casi anche mortali) dei vaccini; l’inutilità e la crudeltà delle misure restrittive adottate nel periodo pandemico; l’aumento della mortalità generale; la censura; le bufale sul clima, etc… . Tra una finestra di Overton e l’altra, la popolazione avrà la prontezza e la lungimiranza di reagire oppure ha già fatto la fine della rana bollita?  LM: “Non credo che la popolazione avrà quella prontezza, anche perché non conosco nessuno tra i vaccinati che abbia cambiato idea sul vaccino, fatta eccezione per quelli che, purtroppo, si sono confrontati con eventi tragici e irreversibili. Del resto, basti pensare alle mastodontiche sparate dei media mainstream sui futuri 20.000 morti che solo le nuove campagne vaccinali contro il Covid e contro l’influenza potrebbero evitare e al fatto che a nessuno, o quasi, venga il sospetto che si tratti di notizie quantomeno pilotate. Il fatto è che la popolazione non ne può più né di pandemie, vere o costruite a tavolino, né di Uomini della Provvidenza, né di teorie del complotto e, per un’ora di tranquillità, sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa venga chiesta o imposta, compreso bersi la cicuta: figuriamoci una puntura in più o una in meno”.