La psicoterapeuta bolzanina Patti Zoia presenta il documentario di cui è protagonista

Sarà una proiezione speciale al Filmclub di Bolzano ad ospitare la prima regionale del film documentario “Un milione di granelli di sabbia”, che vede come protagoniste la psicoterapeuta Eva Pattis Zoja e le storie di bambini ucraini, yazidi e cinesi.
La Dottoressa Pattis Zoja e il regista Andrea Deaglio incontreranno infatti il pubblico mercoledì 30 ottobre alle 20, accompagnati da Luigi Loddi e da una rappresentanza di IDM Film Commission. Già presentato al festival Biografilm, il documentario mette al centro le possibilità offerte da una terapia non verbale, chiamata Sandwork Espressivo, che permette a bambini e ragazzi di elaborare il trauma psichico ed esprimere ciò che il dolore ha reso indicibile. E proprio per il modo in cui queste esperienze vengono raccontate al film è stato attribuito alcuni giorni fa il Mercurius Prize, premio offerto da un comitato internazionale di psicoanalisti. Insieme al patrocinio della ong Soleterre, questo premio rappresenta per il regista torinese un ennesimo riconoscimento oltre a quelli ottenuti con i suoi lavori precedenti in festival quali Cinéma du Reel e Cervino Cine Mountain, per citarne alcuni.
La guerra in Ucraina, la persecuzione contro gli Yazidi da parte dell’Isis e il devastante terremoto in Cina sono soltanto alcuni tra i contesti in cui il Sandwork Espressivo è applicato: questo metodo è diffuso anche in Italia e in molti altri Paesi del mondo con bambini che hanno perso i loro cari a causa di calamità naturali, o con bisogni educativi speciali o disturbo da stress post-traumatico.
Il documentario di Deaglio esplora parallelamente le radici della Dottoressa Eva Pattis Zoja, mostrando le connessioni tra il lavoro che l’ha resa un riferimento a livello internazionale e la storia personale della sua famiglia durante la Seconda guerra mondiale.
“Un milione di granelli di sabbia” include inoltre materiali d’archivio provenienti da diversi fondi, tra cui quello di Andy Rocchelli, fotoreporter e fotografo italiano ucciso nel 2014 in Ucraina insieme all’interprete e attivista Andrei Mironov mentre documentava le condizioni dei civili nel Donbass.
Il film è scritto da Andrea Deaglio e Stefano Zoja. Prodotto da Matteo Tortone ed Enrico Giovannone per Malfé Film, ha ottenuto contributi da IDM Film Commission Südtirol, Provincia Autonoma di Bolzano, Film Commission Torino Piemonte, International Association for Analytical Psychology, International Association for Expressive Sandwork, casa editrice Moretti & Vitali, Südtiroler Bildungszentrum.

Foto, a destra Eva Pattis Zoja, a sinistra il regista Andrea Deaglio e al centro Chiara Tozzi direttrice artistica di Mercurius Prize