50° Festival di Musica Contemporanea

Il 3 novembre alle 18:00, al Conservatorio Monteverdi di Bolzano, la musica contemporanea locale ed internazionale prende forma nelle mani di due grandi pianisti italiani: Andrea Dindo e Andrea Rebaudengo.

Entrambi hanno alle spalle importanti carriere concertistiche. Dindo si è esibito in Italia nelle principali istituzioni sinfoniche e concertistiche, oltre che all’estero in sale prestigiose come la Carnegie Hall di New York, la Wigmore Hall di Londra o la Pablo Casals Hall di Tokyo. Ha anche suonato per Radio France ed inciso per diverse etichette; è regolarmente ospite di importanti rassegne come quella della Cappella Paolina del Quirinale, in diretta radio su Radio Tre, e come direttore ha calcato il podio di molte importanti istituzioni sinfoniche e filarmoniche italiane.

Altrettanto importante è il percorso artistico di Rebaudengo, ospite di molte importanti istituzioni come le Serate Musicali di Milano, il Festival di Ravello, gli Amici della Musica di Padova, ma anche orchestre come l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano o l’Orchestra Filarmonica di Torino. Accanto all’attività di pianista classico Rebaudengo è però anche un apprezzato improvvisatore e jazzista.

Il programma è interamente pensato per duo di pianoforti, una combinazione tradizionale per la musica classica e qui ampiamente esplorata nell’ambito della nuova musica. Il primo brano in programma è una prima assoluta, una commissione del Südtiroler Künstlerbund al compositore altoatesino Eduard Demetz, una delle figure di punta della scena musicale locale, con importanti riconoscimenti anche a livello internazionale. Il suo Memory is an animal è naturalmente una partitura per due pianoforti, ispirata ai meccanismi della memoria e dell’inconscio, la ricerca di una parte dimenticata di noi ma scritta nel nostro DNA. 

Anche il secondo compositore in programma è un’importante figura del panorama altoatesino, Hubert Stuppner, iniziatore e direttore artistico del Festival di Musica Contemporanea di Bolzano. La sua partitura del 2018, Salomes Schleiertänze, prende spunto dal racconto di Flaubert Erodiade, in cui si narra la celebre decapitazione di Giovanni Battista per volere di Erodiade e della figlia Salomè, dopo che quest’ultima ha sedotto con la sua danza dei veli il tetrarca Erode Antipa. Proprio la danza dei veli è al centro del pezzo per due pianoforti, diviso in sette movimenti come i sette veli della danza.

Il programma apre poi lo sguardo oltre i confini regionali con Hallelujah Junction, di John Adams, compositore e direttore d’orchestra statunitense. Il titolo, caro al compositore, deriva da una località al confine tra il Nevada e la California, dove si trova un suo piccolo capanno. Il pezzo gioca con le possibilità date da due strumenti identici che possono suonare lo stesso motivo a brevissima distanza l’uno dall’altro, rispondendosi come in un’eco fortemente ravvicinata che produce una sorta di effetto delay.

Per concludere i due pianoforti affrontano due brani di un compositore del Novecento ormai pienamente entrato nel canone classico ovvero György Ligeti. Il primo è Selbstporträt mit Reich und Riley, basato sulla tecnica del blocco dei tasti inventata da Karl-Erik Welin ed Henning Siedentopf, che permette di produrre figure ritmiche nuove ed inaspettate. Il secondo è Hungarian Rock, originariamente per clavicembalo ma qui proposto in una versione per due pianoforti.

Un altro appuntamento imperdibile con il Festival di Musica Contemporanea vedrà invece esibirsi Reinhilde Gamper al Centro Trevi, sabato 9 novembre alle ore 18:00. Il programma è doppiamente monografico in quanto interamente eseguito con cetra e live electronics, ma anche perché esclusivamente dedicato a musiche del compositore Simon Gamper.    

Foto, Andrea Dindo