Turismo Alto Adige, dove stiamo andando? I vantaggi equivalgono ai rischi?

Elide Mussner, co-portavoce dei Verdi, accompagnata dallo storico ed esperto di turismo Hans Heiss, ha illustrato giovedì sera nella Casa della Cultura di Ortisei la situazione attuale dello sviluppo turistico.

Questa la sua domanda: dove stiamo andando? Soprattutto nelle valli ladine intorno alle Dolomiti, negli ultimi decenni il turismo si è sviluppato in modo molto intenso, causando, però, una perdita del bene comune.

Nella sua analisi, Hans Heiss ha sottolineato l’importanza di questo settore, descrivendo al contempo i problemi ad esso collegati. Il turismo crea posti di lavoro in montagna, sostiene l’agricoltura rurale, genera infrastrutture, ma è solo uno dei motori di uno sviluppo prospero. L’industria ha un valore economico significativamente maggiore per il nostro territorio rispetto al turismo.

I sei principali rischi associati al turismo sono il consumo di suolo e di paesaggio, l’uso delle risorse e il riscaldamento climatico, la “manipolazione genetica” architettonica, l’aumento dei prezzi dei terreni e la produzione di seconde case, una mobilità inadeguata e infine un silenzioso indebitamento, che si aggira intorno ai tre miliardi. “Gli errori di gestione dell’Alto Adige si possono comunque correggere se interveniamo ora, perché presto sarà troppo tardi. Serve trasparenza sui costi, una certificazione climatica sistematica, un piano urbanistico che sia adeguato alla situazione e, soprattutto, abbiamo bisogno di aree di quiete e non un’espansione turistica indiscriminata come viene costantemente auspicata”, ha dichiarato Hans Heiss.

Elide Mussner ha fatto riferimento a una crisi di identità nel turismo. Con il boom dello sci a partire dagli anni ’80, si è creata una monocoltura che oggi viene mantenuta artificialmente in vita. Con l’aumento delle temperature aumentano anche i costi di manutenzione di questa monocoltura, e la massa di persone necessaria all’industria dello sci minaccia la qualità della vita locale.

L’offerta è omologata e non si riesce a stimolare l’innovazione necessaria. Le alternative ricevono scarsa attenzione, e mancano gli sforzi per promuovere la diversità necessaria nell’offerta turistica. Il flusso di turisti “mordi e fuggi” e di quelli alla ricerca di selfie è fuori controllo. La crisi abitativa, con un’offerta scarsa e poco accessibile, porta molti ladini a trasferirsi nei comuni vicini, mentre i super-ricchi acquistano seconde case in valle – questa silenziosa emigrazione minaccia l’identità ladina.

“Serve un cambio di paradigma: dobbiamo trovare un equilibrio tra qualità della vita locale e un’offerta turistica adeguata, innovativa e di alta qualità”, ha dichiarato Elide Mussner. “La tensione sociale dovuta alla crisi abitativa e al costante aumento dei costi della vita deve essere affrontata in modo costruttivo. Abbiamo bisogno di un dialogo produttivo tra la popolazione, la politica e i rappresentanti del turismo, in modo da poter prendere decisioni chiare per il bene comune. Un numero chiuso per le piste da sci e l’introduzione di una tassa di soggiorno per gli impianti di risalita potrebbero essere misure che vanno in questa direzione”, ha aggiunto Mussner.

Dopo le due relazioni è seguito un vivace dibattito, con numerosi interventi dal pubblico che hanno chiaramente dimostrato quanto sia forte il bisogno di discussione. In parte c’è evidente disorientamento, persino disperazione da parte dei cittadini, di fronte a una lobby che appare poco comprensiva.

Particolarmente discussi sono stati i temi dei referendum e della partecipazione cittadina per decisioni rilevanti come i Mondiali di sci e il progetto di collegamento funiviario Saltria-Monte Pana. Tuttavia, i numerosi presenti si sono sentiti incoraggiati a continuare il loro impegno per l’ambiente e per un turismo sostenibile.

In foto Elide Mussner e Hans Heiss