ESCLUSIVO. Covid e cure domiciliari. Il prof. Héctor Carvallo: “Ivermectina efficace e poco costosa”

Costa pochi euro, è efficace e può essere somministrata sia a scopo preventivo, sia terapeutico. La terapia contro il Covid messa a punto dal professore argentino Héctor Carvallo e dal suo staff assicurerebbe risultati eccellenti, evitando quasi sempre l’ospedalizzazione dei malati. Endocrinologo e per quarant’anni professore di medicina interna all’Università di Buenos Aires e all’Università Aperta Interamericana (sempre della capitale argentina), si occupa dell’infezione di SARS-CoV-2 dall’inizio della pandemia.
 
 
Professore, esistono cure efficaci contro il Covid?
 
 
“Innanzitutto chiariamo un concetto: non esistono cure infallibili, né contro il Covid, né contro qualsiasi altra patologia. Detto questo, insieme al mio team, abbiamo dimostrato l’efficacia di una terapia anti-Covid, terapia alla quale stiamo lavorando da quattordici mesi e che consiste nella somministrazione di ivermectina e carragenina”.
 
 
Lei è stato tra i primi medici al mondo a trattare i pazienti Covid con ivermectina e carragenina: di quali farmaci si tratta, esattamente?
 
 
“L’ivermectina è stata utilizzata, originariamente, come antiparassitario. Tuttavia le sue proprietà antivirali sono note da quattro anni, tant’è che viene impiegata per combattere le infezioni causate dai virus Dengue, Zika (malattie trasmesse da zanzare infette del genere Aedes, ndr) e altri. Ora si è scoperta la sua efficacia anche contro il Covid. La carragenina è invece una sostanza derivante da alghe, commercializzata sotto forma di spray, usata contro l’influenza e l’herpes. Noi l’abbiamo sperimentata pure contro il Covid. In Europa l’ivermectina è utilizzata ufficialmente in Repubblica Ceca, Slovacchia e Macedonia. In America viene somministrata in Bolivia, Ecuador e Brasile, mentre in Argentina soltanto in sei province”.
 
 
Ci può illustrare il trial “Ivercar”, da Lei condotto?
 
 
“Il trial “Ivercar” (https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04425850) prende il nome dall’associazione delle due sostanze, per l’appunto: ivermectina e carragenina. Abbiamo trattato circa quindici mila pazienti, per la maggior parte dei quali non c’è stata necessità di ospedalizzazione. Le cure domiciliari sono importanti, in quanto si è notato che i malati seguiti a casa hanno l’80% di possibilità di guarigione. Tale percentuale scendeva al 50% per i ricoverati in ospedale. La terapia da noi consigliata va somministrata il prima possibile, all’insorgere dei sintomi iniziali, mentre il paziente che versa già in condizioni critiche non può essere curato a domicilio. Invece con interventi tempestivi abbiamo ottenuto risultati eccezionali”.
 
 
Quali?
 
“Premetto che ivermectina e carragenina possono essere usate sia a scopo preventivo, sia terapeutico. Abbiamo coinvolto 1200 operatori sanitari in prima linea (medici, infermieri, terapeuti, chirurghi, etc…): a 800 sono state somministrate le due sostanze, a 400 un placebo. Ebbene, a distanza di tre mesi, duecento fra coloro i quali avevano ricevuto il placebo hanno contratto il Covid. Volete sapere quanti, del gruppo trattato con ivermectina e carragenina, hanno contratto la malattia?”
 
 
Sentiamo…
 
“Zero. Preciso subito, rivolgendomi agli eventuali contestatori, che il nostro non è uno studio a doppio cieco. Il motivo è molto semplice: durante una pandemia non è possibile svolgere sperimentazioni del genere. Non sarebbe etico, in quanto si rivelerebbe troppo pericoloso per i pazienti (negli studi a doppio cieco i pazienti si dividono in due gruppi e ad uno si somministra il farmaco da sperimentare e all’altro un farmaco diverso oppure un placebo, senza che volontari e medici ne siano a conoscenza, ndr)”.
 
 
Ivermectina e carragenina possono causare effetti collaterali?
 
“La carragenina no. L’ivermectina può causare, sebbene in una percentuale ridotta di pazienti, dissenteria e vertigini. Tali sintomi spariscono entro un paio di giorni. Sottolineo, inoltre, che l’ivermectina non può essere somministrata alle donne in gravidanza o durante l’allattamento. In questi casi si utilizza solo la carragenina, che garantisce comunque risultati soddisfacenti”.
 
 
Di recente l’Ema (European Medicines Agency) ha raccomandato di non utilizzare l’ivermectina per la prevenzione o il trattamento di Covid-19 al di fuori degli studi clinici. Perché?
 
“Sostengo da sempre che il vero problema non è il virus, ma gli interessi economici perseguiti dall’industria farmaceutica. L’Ema ha troppi conflitti di interesse, perciò rischia di sostenere più le case farmaceutiche che i pazienti. Cosa accade se metti il lupo al posto del pastore? Farai contento il lupo, mica le pecore!”.
 
 
Nei prossimi mesi potrebbero essere sperimentati e/o commercializzati nuovi farmaci anti-Covid?
 
“Si sperimentano nuovi farmaci contro il Covid tutti i giorni. L’unico problema è che si tratta di farmaci sempre più costosi. La nostra terapia, invece, costa pochi euro. Inoltre due mesi di profilassi offrono sei mesi di protezione: in caso di malattia è sufficiente un trattamento di due settimane. La cura anti-Covid, identica per tutti, si è rivelata efficace sia su casi moderati, sia severi. È tuttavia fondamentale agire con tempestività”.
 
 
In Italia il “Comitato Cura Domiciliare Covid”, presieduto dall’avvocato Erich Grimaldi, chiede da tempo l’introduzione di un protocollo univoco nazionale per la gestione domiciliare dei malati Covid. Cosa ne pensa?
 
“La sua iniziativa è lodevole e la battaglia del Comitato è sacrosanta. Ho letto da più parti le indicazioni terapeutiche di altri protocolli domiciliari, ugualmente validi. Purtroppo hanno tutti lo stesso difetto…”
 
 
Quale?
 
“Prevedono cure a bassissimo costo”.
 
* Si ringrazia Ivan Perretta per il servizio di traduzione simultanea