Italiani contagiati all’estero chiedono aiuto al Comitato Cura Domiciliare

Si moltiplicano le richieste di aiuto di nostri connazionali contagiati all’estero e rimasti bloccati nelle rispettive località. Per alcuni di essi la disavventura si è trasformata in un incubo. Malati, abbandonati a se stessi e privi di assistenza medica: è quanto denuncia il Comitato Cura Domiciliare Covid-19, fondato e presieduto dall’avvocato Erich Grimaldi, il quale si batte da un anno e mezzo per modificare le linee guida ministeriali relative al trattamento domiciliare contro il Covid. Si legge nel comunicato dell’associazione: “Un gruppo di 15 giovani di Pescara è bloccato in hotel a Corfù (Grecia), dopo che sei di loro sono risultati positivi al Covid. I giovanissimi, dopo aver effettuato il test, sono stati visitati in ospedale e trasferiti in un Covid Hotel con l’indicazione di assumere paracetamolo al bisogno”. Ad averlo raccontato al gruppo delle terapie domiciliari i genitori di tre giovani positivi. “Grazie ai farmacisti del gruppo e ai medici, i farmaci utili saranno a breve consegnati in hotel -ha sottolineato il legale Erich Grimaldi- ovvero integratori e antinfiammatori. Grazie al professore greco Giannoulopoulos, che fa parte della nostra rete, stiamo per far recapitare, ai ragazzi, antibiotici e altro per cui era necessaria la ricetta”. Precisa l’avvocato: “Oltre ai 6 positivi, nello stesso hotel sono alloggiati anche altri 8 giovani, componenti della stessa comitiva, in quarantena fiduciaria, mentre uno di loro è libero poiché dotato di Green Pass. Inoltre, ad essersi rivolta al Comitato dopo la positività al tampone, è stata anche una donna italiana da Atene e così pure un’altra cittadina italiana sintomatica, bloccata a Cipro da oltre due settimane, ma ancora in attesa di sottoporsi al tampone”. Ancora una volta il gruppo delle terapie domiciliari precoci è “costretto” a sostituirsi al Governo al fine di soccorrere con il sistema delle cure domiciliari tempestive i malati Covid. Paradossalmente, in questo periodo, le richieste di soccorso non provengono soltanto dall’Italia, ma da mezzo mondo: “ Stiamo rispondendo a tutte le richieste di aiuto provenienti anche dall’estero”, ha spiegato Erich Grimaldi. “Dopo Malta, dove sono arrivate altre venti richieste d’aiuto, Spagna e Regno Unito, ne abbiamo ricevute anche tre da Dubai, per le quali ci stiamo attivando”. Per la portavoce del Comitato, Valentina Rigano, “quanto sta accadendo in queste ore e la capacità del Comitato di rispondere a un’esigenza tempestiva sono la dimostrazione di un anno di battaglia, quella di chi tenta semplicemente di dare voce a chi si attiva e cura”. Conclude amaramente l’avvocato Grimaldi: “Se l’Italia non era pronta a supportare gli Italiani all’estero, avrebbe dovuto limitare le partenze ed evitare inutili angosce ai familiari dei ragazzi”.

Foto, fonte UCDL e Comitato Cura Domiciliare Covid19