“Questo Sesto seminario si pone l’obiettivo di far emergere le prospettive e le opportunità di business, offrendo alle aziende un supporto concreto, in un contesto internazionale che ci fa presagire scenari in chiaroscuro, se non di ulteriore emergenza sul fronte economico e sociale. I recenti avvenimenti, il caotico abbandono delle truppe americane dell’Afganistan, le tensioni geopolitiche tra gli Usa, la Russia e la Cina, le nuove imponenti ondate migratorie, generate dalle numerose guerre regionali, e la persistente minaccia del Covid ci inducono a una riflessione: non è possibile immaginare un futuro di pace e di benessere globale, caratterizzato da un sostenuto sviluppo economico e sociale, senza la Russia, perché si tratta di uno dei Paesi strategicamente più rilevanti.
Oggi occorre avere la consapevolezza che il format del G7 è ormai superato e che è necessario agire e decidere almeno nell’ambito del G20, al quale partecipano Cina, India e Russia. A tale riguardo, siamo fiduciosi che abbiano un riscontro reale le dichiarazioni di Joe Biden all’apertura dell’Assemblea Generale dell’ONU, dalle quali emerge che il Presidente americano non ha intenzione di dare il via ad un’altra guerra fredda, assieme alla necessità di un vero multilateralismo per risolvere i gravi problemi economici, sociali e di salute del nostro pianeta. Speriamo, inoltre, che gli USA abbandonino il pericoloso confronto in corso con la Cina, utilizzando in modo ostile il Quad (Giappone, Australia, India e USA) o l’Aukus (la nuova alleanza tra Stati Uniti, Australia e Gran Bretagna). Abbiamo grande fiducia in questa nuova Amministrazione americana, che ci fa ben sperare in un responsabile miglioramento delle relazioni politiche ed economiche con la Federazione Russa.
Per quanto riguarda l’Europa, siamo convinti che nel medio periodo sarà in grado di praticare una politica internazionale che tuteli innanzitutto i propri interessi politici, economici e sociali in modo realistico e pragmatico.
In questi anni di tensione geopolitica, le aziende sono state in grado di operare malgrado un contesto internazionale contraddistinto da numerose barriere geopolitiche e commerciali tra i Paesi, riportandoci a uno scenario di blocchi contrapposti anacronistico, oltreché dannoso. Oggi la diplomazia del business, sostenuta da quella dei poteri locali, ha un ruolo di primissimo piano da svolgere in vista di un’attenuazione, se non eliminazione, delle tensioni in corso. La diplomazia tradizionale non basta più per soddisfare le richieste e i bisogni degli imprenditori e della gente.
Vogliamo riportare l’attenzione sulle opportunità di sviluppo per le imprese e della società civile di Italia e Russia, consapevoli dello scenario in cui operiamo, ma determinati nell’affermare la centralità di un Paese amico come la Russia nei tavoli programmatici e decisionali a livello globale. I dati dei rapporti economico-commerciali tra Italia e Russia ci indicano che gli operatori hanno bisogno di una forte iniezione di fiducia per rimettere in moto l’intercettazione proficua del business. Le aziende non devono aspettare i politici e i diplomatici, ma devono agire, fare da apripista della cooperazione economica tra i due Paesi.
Lo sviluppo positivo è possibile e la dinamica commerciale nazionale ce lo conferma. Nel primo semestre di quest’anno l’interscambio tra Italia e Russia è cresciuto del 22,6%, passando dagli 8,40 miliardi di euro dei primi sei mesi del 2020 a 10,30 miliardi.
Secondo i dati Istat elaborati da Conoscere Eurasia per il Seminario Italo Russo di Bolzano, l’interscambio tra Trentino-Alto Adige e Russia ha visto una forte crescita negli anni precedenti il Covid, passando dai 69,9 milioni di euro del 2016 ai 112,8 milioni del 2019, pari ad un aumento del 61%. Purtroppo dal 2020 ad oggi il trend ha subito un’inversione di tendenza ed il confronto tra primo semestre 2021 e primo semestre 2020 vede una diminuzione del 4,9% (da 55 milioni a 52,3 milioni). Ma il cambio di direzione è dovuto soprattutto ad un calo delle importazioni, in quanto l’export della Regione Trentino-Alto Adige verso Mosca continua ad essere in buona salute: dal 2016 al 2020 è passato da 60 milioni a 87,8 milioni (+46,3%), continuando a crescere anche nei primi sei mesi del 2021 (47,9 milioni rispetto ai 46,5 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, pari ad un aumento del 3%).
Come si vede, ancora c’è molto da fare. È sempre più impellente la necessità di ripartire dalla fiducia per dare nuovo slancio all’economia e ai rapporti tra i due Paesi. Fiducia diventa la parola-chiave nell’instabilità del mondo moderno. Un’urgenza che si rivela anche a livello territoriale.
Tra i settori di maggior attrattività per la domanda del mercato russo, c’è quello dell’innovazione tecnologica applicata al settore energetico, siderurgico, manufatturiero e delle infrastrutture intelligenti in un contesto coerente con la transizione ecologica e digitale al fine di accentuare la centralità dell’uomo e dell’ambiente e con il programma Planet People e Prosperity. E in questi campi la Regione Trentino-Alto Adige ha delle eccellenze riconosciute in tutto il mondo. Perciò rinnovo l’invito alla Regione a prendere parte al Forum Economico di San Pietroburgo del prossimo anno, così da illustrare ai 15.000 partecipanti di primo piano, provenienti da 148 Paesi, le eccellenze che questo territorio è in grado di esprimere, creando opportunità uniche di contatto con il mondo russo ed eurasiatico.
Infine, sempre nell’ottica di facilitare e incrementare i rapporti politico, economici ed imprenditoriali tra Trentino-Alto Adige e l’Eurasia, vorrei proporre ad Andrea Maria Villotti (Presidente di Patrimonio del Trentino), a Roberto Gabrielli (Direttore Regionale Veneto Ovest e Trentino-Alto Adige di Intesa Sanpaolo) e a Remo Tarolli (Partner dello Studio Legale Tarolli) di costituire un gruppo di lavoro per facilitare la creazione di questi legami”.