Sasha, la content creator bolzanina che con ironia sensibilizza e normalizza i tabù

Di nome fa Sharon e di cognome Malatesta, ma sui social spopola ed è conosciutissima come Sasha. Bolzanina, 20 anni, fisico minuto e sguardo cazzuto, iscritta al secondo anno di Scienze della Comunicazione alla IULM di Milano si descrive come una “content creator”; evoluzione di quel termine influencer ormai inflazionato. Lei, chiamata da molti “ragazza tomboy” tradotto in italiano “ragazza maschiaccio” ammette con sorriso e naturalezza di aver sempre preferito le macchinine alle barbie e i jeans alle gonne. “All’inizio non è stato facile – dice – ma nel tempo ho capito che sono solo stereotipi imposti dalla società e ho così compreso che il mio ruolo nel mondo era quello di provare a dare un’altra prospettiva alla mentalità delle persone”. Sharon, con quel linguaggio tipico  dei giovani d’oggi e autoproducendo quotidianamente i suoi contenuti,  sensibilizza e normalizza i tabù, soprattutto quelli che conosce bene, spesso semplicemente sdrammatizzando un argomento difficile e raggiungendo così migliaia e migliaia di ragazze e ragazzi. Protagonista su quelle piattaforme social dove oggi i giovani vivono e dove sempre più spesso cercano risposte ai tanti quesiti che la vita gli pone, i suoi sono numeri da capogiro: più di 600 mila follower su tiktok e quasi 100 mila su instagram, ma non è tutto oro ciò che luccica, la concorrenza è parecchia, molte le critiche, tantissimi i sacrifici.

Sharon, come nasce il tuo rapporto con i social network?
Mi sono avvicinata ai social perché era la moda, la “wave” del momento. Scoppia instagram, scoppia tiktok e inizio a raccontare alla mia piccola nicchia, gli aneddoti di vita vera che mi capitavano tutti i giorni. Inizialmente avevo paura, paura di essere giudicata, specialmente in una città piccola come Bolzano. Mentre nelle città più grandi, vedi Milano, questo fenomeno era già più “normalizzato” a Bolzano non c’era ancora nessuno che aveva deciso di lanciarsi sulle nuove piattaforme creando contenuti e raccontandosi liberamente. Ho preso coraggio, mi sono lanciata nel vuoto creando la rubrica “Gli aneddoti di sha” in cui raccontavo giornalmente cosa mi succedeva. Ad un certo punto mi sono sbloccata ed ho iniziato a raccontare di quei commenti negativi che le persone facevano sul mio essere poco femminile, sul mio orientamento sessuale e su tutte quelle critiche alle quali ero giornalmente soggetta. Questo raccontarmi e questa condivisione sono stati un modo per sfogare i miei pensieri e le mie emozioni. Condividere questa parte di me con altre persone ad un certo punto è diventato quasi terapeutico. Mi faceva stare bene.

Quando hai capito che quello che facevi funzionava?
Quando ho visto i primi sponsor, le prime entrate, le prime chiamate da agenzie interessate a rappresentarmi ho capito che questo sarebbe potuto essere l’inizio di un lungo percorso. Ricordo ancora la prima ragazza che mi chiese una foto a Bolzano; lei tremava tutta ma io ero sicuramente più emozionata di lei. Ho iniziato a capire che tutto questa fatica aveva un senso quando ho raggiunto i miei primi 10Mila iscritti. Ai tempi era davvero incredibile, soprattutto partendo da una piccola città di provincia.

Quali sono i canali che utilizzi e cosa vuole dire essere un’influencer?
A me piace considerarmi più una “content creator” ovvero “creatrice di contenuti”, oggi giorno l’aggettivo influencer è molto stereotipato, ha preso un significato quasi dispregiativo. Non è facile entrare in questo “mercato”, vi è una concorrenza incredibile, ci sono un sacco di persone creative con idee molto forti e devi rinnovarti di continuo creando contenuti nuovi per non fare annoiare il pubblico che ti ha scelto e che ti segue. Il segreto è studiare bene il tuo target, capire la nicchia di persone a cui ti rivolgi; alle aziende che ti sponsorizzano importa la qualità del pubblico non la quantità.
Io utilizzo piattaforme quali tiktok e instagram ma, piccolo spoiler, a breve approderò su Spotify.

Spotfy?
Sto registrando un podcast, propedeutico ad una collaborazione in radio… ma non posso davvero dire di più.

Quale è per te la soddisfazione più grande che hai raggiunto?
È essere stimata dalle persone che prima mi puntavano il dito dicendomi che non sarei andata da nessuna parte. La cosa di cui vado davvero fiera sono le centinaia di migliaia di persone che mi ringraziano perché si sentono capite e non si sentono più sole. Ci sono molti genitori che mi scrivono mail dicendomi che grazie a me sono riusciti a capire meglio i propri figli e questo va davvero oltre ad ogni cosa.

Quali sono i temi che ti stanno più a cuore?
La particolarità del mio profilo è affrontare temi sensibili con una sorta di ironia, cercando di far pesare meno ciò che sto dicendo e strappando un sorriso a chi in quel momento sta piangendo. I temi che tratto maggiormente partono dalla LGBT comunnity, fino ad arrivare a temi attuali come la guerra, per poi fare un salto anche nella “stereotipi zone”; parlo di stereotipi cercando di normalizzarli.

Non sei un personaggio solo social social ma anche sportivo…
Gioco a calcio ed è sempre stata una mia passione. Attualmente sono il capitano della prima squadra dell’fc Sudtirol. Finita la stagione per via degli studi andrò a giocare a Milano. Lo sport aiuta sempre, non solo dal punto di vista fisico ma soprattutto mentale. Spero di poter continuare a giocare a calcio, uno dei miei sogni fin da piccolina era diventare calciatrice; ho giocato in serie B e sono stata convocata in nazionale Under16.

Il tuo sogno?
Utilizzare i social e gli studi che sto svolgendo per affermarmi sempre più nel campo della comunicazione, allargandomi in ambito televisivo. Chissà magari un domani avrò la possibilità di condurre un programma televisivo tutto mio.