Lavori di demolizione dell’areale dell’ex caserma, i Verdi presentano un esposto alla Corte dei Conti

Nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 2022 alle 4:30 del mattino, sei o più grandi escavatori da demolizione, sotto la protezione della polizia municipale di Silandro, si sono recati nell’area della caserma Druso a Silandro e hanno iniziato a demolire l’edificio degli ufficiali.
Per i lavori di demolizione in questione non esisteva né una valida concessione edilizia da parte del Comune di Silandro, né risulta che sia stata indetta una regolare gara d’appalto e/o un affidamento diretto alle ditte interessate, bensì tali lavori sono stati ordinati dal Sindaco Dieter Pinggera con ordinanza n. 83/2022 del 04.10.2022, (ore 17.38).
Questa azione del Sindaco e dell’amministrazione comunale di Silandro è molto discutibile dal punto di vista politico, ma anche da quello giuridico.
Sempre più cittadine e cittadini di Silandro e dell’intera Val Venosta hanno riconosciuto negli ultimi anni il valore aggiunto del polo di innovazione e del centro culturale creato nell’ex caserma sotto l’egida dell’associazione “BASIS Vinschgau”. Di conseguenza, il progetto del Comune di Silandro di demolire gran parte del sito e di farlo riqualificare è stato sempre più criticato e messo in discussione.
“L’area della caserma dovrebbe andare a beneficio dei giovani che, soprattutto nelle zone rurali, trovano troppi pochi spazi di incontro e creatività, “, afferma Barbara Lemayr, co-portavoce dei Giovani Verdi.
Con questa ordinanza di demolizione, si è voluto mettere tutti davanti al fatto compiuto e mettere così fine a un discorso più ampio all’interno della società sull’uso da fare di questa grande area, lasciando così mano libera all’amministrazione comunale e al suo interesse.
Questo non è solo un segno di brutto stile politico, ma l’azione del Comune di Silandro solleva anche questioni giuridicamente problematiche.
“L’opera di demolizione è illegale già per il fatto che viola il “Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici” (L.n. 22/2022) che pone anche i beni culturali non catalogati – compresi gli edifici – sotto un certo grado di protezione: anche senza una protezione formale del bene edilizio, la Caserma Druso, in quanto bene storico-culturale, è soggetta alla supervisione della Soprintendenza provinciale ai beni culturali, che deve approvare qualsiasi intervento. Inoltre, l’azione di demolizione non autorizzata ha violato l’accordo esistente tra l’autorità amministrativa (in questo caso il Comune di Silandro) e la Soprintendenza provinciale ai beni culturali”, afferma l’avvocato e co-portavoce dei Verdi di Bolzano Rudi Benedikter.
E non si può nemmeno escludere che il Comune di Silandro abbia subito un danno erariale a causa della brutale azione del sindaco!
L’ordinanza di demolizione è stata emessa dal sindaco Pinggera sulla base delle disposizioni dell’art. 62 del T.U.O.C. della legge regionale n. 02/2018 e dell’art. 54, comma 4, del D. lgs. n. 267/2000, che autorizzano i sindaci ad adottare provvedimenti urgenti e indifferibili a tutela della pubblica incolumità.
Che la via dell’ordinanza d’urgenza scelta dal Sindaco in questo caso non fosse ammissibile risulta evidente dall’ordinanza stessa. La “relazione tecnica” ivi menzionata sembra essere effettivamente solo il verbale dell’ispezione effettuata il 20 settembre 2022. Pur menzionando possibili fonti di pericolo, il documento afferma esplicitamente: “Non è stata effettuata una valutazione strutturale dell’immobile”.
“Senza una valutazione strutturale, tuttavia, non è possibile parlare di rischi di crollo che rendano imperativo un intervento immediato e indefettibile da parte della pubblica amministrazione”. Inoltre, è stata trascurata l’applicazione di mezzi palliativi per garantire la presunta minaccia alla sicurezza pubblica. Questa protezione si sarebbe potuta ottenere, ad esempio, murando gli ingressi – e con costi notevolmente inferiori a carico del Comune”, afferma l’avvocato e co-portavoce di Verdi Grüne Vërc Felix von Wohlgemuth.
In questo modo invece è stata ordinata la demolizione completa degli edifici – presumibilmente senza rispettare le procedure amministrative d’appalto prescritte.
“In questo approccio simile a un’imboscata da parte del sindaco Pinggera, sono stati violati tre principi politici: un’amministrazione corretta, la partecipazione dei cittadini e i principi dell’edilizia sostenibile”, afferma il Consigliere provinciale dei Verdi Hanspeter Staffler.
La crescente consapevolezza dell’edilizia sostenibile – non solo nell’industria stessa – si riflette nelle richieste all’interno di progetti pubblici. Di recente, nel piano climatico della giunta provinciale è stato deciso che per i progetti di edifici pubblici con un volume pari o superiore a 2 milioni di euro si dovrà procedere a una ponderazione delle alternative in relazione alla loro sostenibilità e al loro impatto sul clima.
“Si tratta di un’iniziativa attesa da tempo vista la sempre maggiore scarsità di risorse e il grande consumo di energia e la produzione di CO2 nella realizzazione di nuovi edifici. Tra noi giovani questa consapevolezza è ancora più grande, perché saremo noi a subire e a dover gestire in futuro le conseguenze delle decisioni di oggi”, sottolinea Gabriel Prenner, co-portavoce dei Giovani Verdi.

Foto, von Wohlgemuth, Lemayr, Staffler, Prenner e Benedikter