La Fondazione Haydn ha portato in scena nel 2016 la prima italiana dell’opera Written on Skin del compositore George Benjamin

La Fondazione Musicale Ernst von Siemens ha assegnato il prestigioso Musikpreis al compositore britannico George Benjamin. Con i suoi 250 mila euro di dotazione, l’Ernst von Siemens Musikpreis è uno dei riconoscimenti più importanti e prestigiosi per l’attività musicale. Dalla sua istituzione nel 1974, è stato assegnato a personalità come Olivier Messiaen, Leonard Bernstein, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Daniel Barenboim, Gidon Kremer e più recentemente Rebecca Saunders, Tabea Zimmermann, George Aperghis e Olga Neuwirth.
Il legame con George Benjamin è particolarmente importante per la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Nel 2016/17 la seconda edizione della Stagione d’Opera Regionale diretta da Matthias Lošek si è aperta con la prima nazionale della fortunatissima Written on Skin del compositore britannico. Salutata in prima mondiale nel 2012 al Festival di Aix-en-Provence, l’opera è stata accolta con forte entusiasmo dal pubblico e dalla critica di tutto il mondo. Nella versione messa in scena da Nicola Raab per la Fondazione Haydn si è aggiudicata il prestigioso premio “Abbiati” della Critica Musicale Italiana.
“Il premio va a un artista – si legge nella motivazione – che non si è lasciato impressionare da mode e tendenze, ma che è sempre rimasto fedele a se stesso riuscendo a rinnovare la musica con mezzi tradizionali. Le sue opere – sottolinea inoltre la nota – avvicinano la musica contemporanea a un vasto pubblico e lo rendono quindi una figura centrale nella vita musicale attuale”.
La Fondazione Haydn si rispecchia pienamente in questo approccio interpretando, attraverso le sue scelte, il teatro di tradizione come laboratorio aperto alla sperimentazione di nuovi linguaggi. L’opera, come forma d’arte, si apre ad un pubblico ampio e diversificato, proponendo esperienze innovative, produzioni inedite, senza per questo abbondonare il repertorio tradizionale. 
La connessione fra la Fondazione Haydn e la Ernst von Siemens Musikstiftung si è inoltre concretizzata quest’anno in un importante sostegno conferito dalla prestigiosa istituzione svizzera a Peter Pan – The Dark Side, importante produzione a cui il pubblico potrà assistere in prima assoluta al Teatro Comunale di Bolzano il 25 e 26 marzo 2023.
Il premio Ernst von Siemens Musikstiftung verrà consegnato a Benjamin il prossimo 26 maggio nel corso di una cerimonia nella Herkulessaal della Residenz di Monaco di Baviera.
George Benjamin nato nel 1960, inizia a comporre all’età di sette anni. Nel 1976 entra al Conservatorio di Parigi per studiare con Messiaen, dopodiché lavora con Alexander Goehr al King’s College di Cambridge. A soli 20 anni, la sua opera, Ringed by the Flat Horizon, viene eseguita ai BBC Proms dalla BBC Symphony Orchestra diretta da Mark Elder. Nell’estate del 2023 Benjamin dirigerà la prima mondiale di Picture a day like this al Festival dell’Opera di Aix-en-Provence.
Dalla sua prima ad Aix nel 2012, Written on Skin ha vinto numerosi premi internazionali ed è stato replicato in tutta Europa e nel mondo. Nel maggio 2018 l’opera Lessons in Love and Violence è stata presentata in anteprima alla Royal Opera House.
Il repertorio di Benjamin come direttore d’orchestra spazia da Mozart a Schumann, da Knussen a Abrahamsen. Nel corso degli anni ha Benjamin ha sviluppato una stretta collaborazione con Ensemble Modern, London Sinfonietta, Royal Concertgebouw Orchestra e Mahler Chamber Orchestra; quest’ultima ha eseguito la prima mondiale del suo Concerto per orchestra ai BBC Proms del 2021 sotto la sua direzione.
Dal 2001 Benjamin è Henry Purcell Professor of Composition al King’s College di Londra. Ha ricevuto numerose borse di studio onorarie e premi internazionali. Nel 2015 è stato nominato Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres, nel 2017 è stato nominato cavaliere.
Nel 2019 gli è stato conferito il Leone d’oro alla carriera dalla Biennale di Venezia e nel giugno 2022 ha ricevuto il Grand Prix artistique dalla Fondazione Simone e Cino Del Duca presso l’Institut de France.

Foto/c-Claudia Corrent