Accordo Italia e Albania: cooperazione per il rafforzamento della gestione dei flussi migratori

È stato firmato, il 6 ottobre a Roma, il protocollo d’intesa che vede coinvolto il Governo italiano ed il Governo albanese per la costruzione di apposite strutture di accoglienza sul territorio albanese, nelle quali verranno ospitati i migranti soccorsi in mare. Il protocollo, suddiviso in 14 articoli che denotano i parametri economici, territoriali e giuridici, è stato siglato dalla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e dal Primo Ministro della Repubblica d’Albania Edi Rama.

In sostanza l’accordo prevede la messa a disposizione gratuita, da parte dell’Albania, di territori nella Repubblica albanese, al fine di permettere la costruzione e l’accoglienza dei migranti, in conformità al diritto internazionale ed al diritto europeo. Le autorità albanesi sono incaricate di provvedere alla sicurezza pubblica ed esterna alle strutture d’accoglienza. L’Albania fornirà all’Italia, e a spesa dell’Italia, i mezzi per poter edificare le strutture adeguate. Ma non è l’unica spesa che spetterà al governo italiano: ci saranno da pagare le spese per le strutture d’accoglienza, le spese di allestimento di una o più strutture d’ingresso nel territorio della Repubblica albanese, le spese per le strutture dedicate al personale albanese, le spese per le strutture sanitarie ed i servizi sanitari offerti dalla parte albanese, le spese per l’accesso al servizio sanitario albanese da parte del personale italiano. Insomma, molte spese.

Inoltre, sarà compito delle autorità italiane trasferire i migranti nel territorio albanese, gestire e mantenere l’ordine all’interno delle strutture d’accoglienza e di provvedere alle spese mediche dei migranti stessi, qualora si dovessero presentare malattie tra di essi e ci fosse, di conseguenza, l’esigenza di cure mediche. Il numero dei migranti presenti sul territorio albanese non potrà superare i 3000 individui. L’accordo tra Albania ed Italia avrà una durata di 5 anni, con rinnovo tacitamente automatico nel caso non si decidesse di retrocedere, con un preavviso di 6 mesi, dai patti stabiliti.

Gli effetti di questo accordo saranno tutti da vedere. Sta di fatto che l’antica e non attuabile proposta del blocco navale sia ormai caduta nell’oblio del dimenticatoio. E che, dopo la strage di Cutro, avvenuta tra il 25 ed il 26 febbraio di quest’anno, in cui 94 migranti persero la vita, la stessa Premier abbia optato per una soluzione alternativa, dimenticandosi forse, lei stessa, di quel blocco navale tanto auspicato e mai attuato.  

Foto, Edi Rama e Giorgia Meloni