Ha aperto a Rovereto la mostra “Io, Kino. Diario immaginario dell’apostolo dei Nativi d’America”

Sarà una mostra d’arte sui generis quella che rimarrà aperta sino al 28 gennaio 2024, una mostra che si avvale dei quadri di Ballarin ispirati dai racconti del Mauro Neri, scrittore trentino che non è alla sua prima opera letteraria sul Padre a cavallo.

Dopo esser stato lo scorso fine d’anno al centro dell’attenzione dei visitatori del MART di Rovereto, il grande quadro (360 cm per 240cm) dell’artista veneziano Luigi Ballarin dal titolo “Presepe Nativo di padre Eusebio Francesco Chini (Kino)” ritorna a Rovereto ancora sotto Natale. Questa volta, però, la ricostruzione di una Sacra Famiglia in stile indiani d’America fa da capofila a un’intera mostra di ben sedici quadri tutti ispirati alla figura del celebre gesuita trentino (nativo di Segno, Val di Non, 1645-1711) che fu missionario nella Nuova Spagna, oggi Messico e Arizona.

Quella di “IO, KINO – Diario immaginario dell’Apostolo dei Nativi d’America Padre Eusebio Francesco Chini (Kino)” è una mostra d’arte sui generis quella che si avvale dei quadri di Ballarin ispirati dai racconti del Mauro Neri, scrittore trentino che non è alla sua prima opera letteraria sul Padre a cavallo. La mostra rimarrà aperta fino al 28 gennaio 2024 con l’orario della Campana dei Caduti (9-16,30)

Mauro Neri così si esprime riguardo di Padre Chini: «La sua chiara visione di un mondo più giusto, in cui le ricchezze della Terra siano equamente suddivise a beneficio di tutti, in cui accanto alle esigenze di carattere spirituale ci si prenda cura anche delle condizioni di un popolo oggetto di conquista, non furono affatto urla portate via dal vento del deserto di Sonora. Luigi e io, oggi, abbiamo fatto nostre le sue  riflessioni, le preghiere, i progetti che padre Kino ha profuso nei suoi numerosi scritti e li abbiamo tradotti e sintetizzati nelle pagine di un “libralogo”, un libro-catalogo d’arte, usando le forme e il colore di Luigi e la parola dello scrittore. Una mostra, insomma da guardare, ma anche da leggere

Luigi Ballarin, invece, che ha già dato libero sfogo alla sua arte con la grande tela della Natività vista con gli occhi e la spiritualità Nativa, ha dipinto coi suoi colori la missione di Kino in tutti i suoi aspetti: il sogno “cinese” della sua giovinezza; il suo tempestoso viaggio per mare; l’incontro coi Nativi del popolo Pima che gli faranno compagnia fino alla morte; le lunghissime peregrinazioni su e giù per il deserto di Sonora per redigere preziosissime cartine geografiche; la costruzione di missioni, chiese, ranch; l’incontro con le violente tribù di Apache; il rinvenimento di antichissime memorie archeologiche; lo studio del firmamento…

Ne vien fuori un uomo generoso, appassionato della sua missione, consapevole che soltanto la giustizia sociale è lo strumento per aiutare le popolazioni deboli a prender coscienza di se stesse, a coltivare e a preservare le proprie culture, a non rinnegare ciò che è stato della loro vita, ma anche a non aver paura di imboccare vie spirituali nuove.

La mostra “Io, Kino“, promossa dall’Associazione culturale Padre Eusebio Francesco Chini di Segno, dalla Trentini nel Mondo e dalla Società Museo Civico di Rovereto, è sostenuta dalla Campana dei Caduti e dal Comune di Rovereto, dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, dal Consolato messicano di Milano, dalla Regione autonoma Trentino Alto Adige, dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Comunità della Val di Non, dal Comune di Predaia e dalla Cassa Rurale Val di Non, Rotaliana e Giovo.

Foto, Ballarin