Welfare, CNA Alto Adige auspica nuovo modello

Stop alla concorrenza tra pubblico e privato, sì alla co-progettazione tra aziende e enti per far fronte ad un impoverimento del Paese. “È  arrivato il momento di una rivoluzione culturale – così il presidente regionale Corrarati –. La nostra provincia si faccia portavoce di questo bisogno”.

Solo grazie a un’azione sinergica di tutti gli attori del welfare si potrà far fronte al contesto di policrisi che sta mettendo a dura prova il sistema tradizionale. Ne è convinta CNA Alto Adige che porta questa tematica sul tavolo del confronto politico locale. In base all’ultima indagine Astat in provincia di Bolzano i lavoratori a rischio povertà sono il 12%. Non va meglio agli imprenditori chiamati a fare i conti con i costi delle materie prime ed energetici elevati, il caro casa e i costi del personale sempre più significativi. Se si guarda il panorama nazionale, si parla di 5,6 milioni di poveri con una spesa sociale pubblica che nel 2021 era il 30,7% del PIL, due punti sopra la media europea.  In contemporanea cresce il welfare aziendale, circa 3 miliardi di euro per un potenziale bacino di sei milioni e mezzo di lavoratori. “Quello che serve – commenta il presidente di CNA Trentino Alto Adige Claudio Corrarati – è una vera e propria svolta culturale che porti ad una co-progettazione tra pubblico e privato”. Una strada già indicata dal rapporto biennale del Laboratorio di ricerca Percorsi di secondo welfare. “Sempre più spesso le imprenditrici e gli imprenditori si trovano a fare i conti con la concorrenza sleale del welfare offerto da enti pubblici o aziende partecipate. Questo non è più sostenibile, in particolare dalle micro e piccole aziende – afferma il presidente Corrarati -. Dobbiamo iniziare a pensare al pubblico e al privato non più come competitor in questo settore, ma come alleati”. Passare dalla teoria alla pratica non è semplice, ma a detta di CNA Trentino Alto Adige è ormai un passo inevitabile. “La nuova giunta provinciale in via di formazione non potrà non tenere presente questo quadro e prendere atto che il modello tradizionale ha fallito, a livello nazionale come locale – afferma Corrarati –. Auspichiamo che un passo in avanti nella direzione di un nuovo modello possa essere al centro dell’agenda politica dei prossimi mesi. Solo insieme imprese, associazioni di categoria e mano pubblica, potremo fare fronte all’emergenza crescente. I concreti fabbisogni delle famiglie e dei dipendenti rispetto alle difficoltà che oggi sono determinate dal caro vita, soprattutto nel nostro territorio, non possono pesare solo sui datori di lavoro. La collaborazione e la messa i sinergia dei modelli welfare – conclude il presidente regionale – diventa sempre più una necessità e deve essere una politica economica e sociale per lo sviluppo dell’Alto Adige”.