Basta criminalizzare i farmaci a base di cannabis

Con tre voti a favore e tre contrari, la quarta commissione legislativa del Consiglio provinciale l’altro giorno ha respinto il disegno di legge del Team K sulla modifica alle disposizioni sull’uso dei farmaci a base di cannabis per scopi terapeutici. Il primo firmatario Franz Ploner, egli stesso medico ed esperto terapeuta del dolore, ha fatto riferimento all’articolo 32 della Costituzione italiana per sostenere il diritto a ricevere cure mediche basate su farmaci a base di cannabis. Secondo Ploner, l’Alto Adige dovrebbe almeno arrivare a semplificare la disponibilità e l’uso di questi prodotti medicinali nel settore medico e ottimizzare le procedure burocratiche.
L’uso dei cannabinoidi in terapia, la loro prescrizione e la loro disponibilità provocano ancora grandi resistenze in Alto Adige. In qualità di medico e terapista del dolore, Franz Ploner è consapevole dell’effetto terapeutico dei preparati a base di cannabis e conosce numerosi studi internazionali sull’argomento: “Molti studi hanno dimostrato i benefici del trattamento con farmaci a base di cannabis per le malattie in cui i metodi di trattamento convenzionali non fornivano un sollievo sufficiente da sintomi quali spasticità, dolore cronico, nausea, vomito o perdita di appetito o nelle cure palliative. Da diversi anni è possibile ottenere una prescrizione per la cannabis terapeutica in tutta Italia”, afferma Franz Ploner.
In particolare, il consigliere del Team K chiede che nella sua proposta di legge vengano introdotte alcune norme. “In linea di principio, i pazienti dovrebbero essere in grado di ottenere i farmaci a base di cannabis sotto controllo medico negli ospedali, negli ambulatori convenzionati e non, negli studi di specialistici e medici generici e anche a casa del paziente, se la necessità è certificata. I costi per l’acquisto dei farmaci a base di cannabis devono essere sostenuti dal servizio sanitario nazionale, se il trattamento è prescritto. Allo stesso tempo, la Provincia dovrebbe svolgere un lavoro educativo sull’uso, gli effetti e i rischi dei cannabinoidi, a offrire una formazione continua e regolare al personale sanitario sull’argomento e, in collaborazione con gli istituti di ricerca pubblici e le università, a promuovere progetti di ricerca in questo settore, anche sulle cure palliative e sulla terapia del dolore, con il coinvolgimento dei servizi medici. Con la bocciatura della mia proposta, proseguirà ancora per un po’ di tempo il tabù su questi farmaci, frustrando le speranze di molti pazienti che ne necessitano”, si rammarica Franz Ploner.