“Non si può morire sul lavoro e non si deve rischiare la vita quando si va in fabbrica per contribuire a produrre ciò che serve alla comunità. Quando si parla di sicurezza, bisogna pensare anche a questo, perché le morti bianche e gli infortuni sul lavoro rappresentano una vera piaga della nostra società.
Non conoscevo né Bocar Diallo, che ha perso la vita, né i suoi colleghi che hanno subito ustioni di entità gravissima, ma ho saputo dell’impegno che mettevano sul lavoro. Sono vicino e siamo vicini come istituzioni alla famiglia di Diallo e a tutti i feriti. Non è accettabile ciò che è accaduto.
È apprezzata la risposta del gruppo dirigente dello stabilimento che da subito ha dimostrato massima disponibilità nei confronti delle famiglie dei dipendenti, sottolineando la centralità di aggiornamento e sicurezza sul lavoro. È fondamentale che alle parole seguano i fatti, non solo in questo caso ma in generale, visto che le morti sul lavoro, secondo l’Ispettorato del lavoro, sono aumentate del 10% rispetto all’anno scorso. Fatti che devono provenire sia dai vertici delle aziende sia dalla politica, che spesso si riempie la bocca della parola ‘sicurezza’ ma è bene che lo faccia senza fini propagandistici e con ottica concreta. È oggettivo: senza sicurezza, non si può vivere realmente liberi. Ma la sicurezza non si ottiene con gli slogan.
Sempre alla politica mi rivolgo mentre si discute tra rappresentanti della Giunta comunale di Bolzano di proclamare il lutto cittadino: lo ritengo doveroso”, così in una nota il vicepresidente del Consiglio Provinciale Angelo Gennaccaro.
Foto, Angelo Gennaccaro