Il Gymme di Merano visita la 60. Biennale d’Arte di Venezia dai contenuti sociologicamente importanti

Ogni anno gli studenti delle terze classi del Liceo artistico in lingua tedesca Gymme di Merano si recano in visita alla città lagunare per conoscere i più moderni esiti dell’arte contemporanea di tutto il mondo.


Gli studenti, accompagnati fra dai loro insegnanti di Storia dell’arte, italiano, fotografia e arti grafiche, hanno trovato affascinanti e interessanti i contenuti storico-sociologici di questa edizione. Si tratta della sessantesima edizione della Biennale d’Arte, intitolata “Stranieri ovunque”. La grande kermesse comprende 332 artisti, fra cui alcuni artisti valorizzati solo tardivamente che hanno lavorato soprattutto nel XX secolo provenienti o residenti in America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia. Stranieri ovunque è stata curata da Adriano Pedrosa (Rio de Janeiro, 1965). Identità, territorio e sessualità sono solo alcune delle tematiche affrontate dal curatore brasiliano. Ma chi è Adriano Pedrosa? Dopo gli studi universitari in legge ed economia conseguiti a Rio de Janeiro, e una specializzazione in Arte e scrittura critica, conseguita, invece, al California Institute of the Arts, Pedrosa ha intrapreso una carriera costruita su numerosi e prestigiosi incarichi istituzionali in tutto il mondo, tra cui: curatore della 24esima Biennale di San Paolo nel 1998 e co-curatore della 27esima edizione della stessa nel 2006, nonché co-curatore della 12esima Biennale di Istanbul (2011) e curatore del padiglione di San Paolo alla nona Biennale di Shanghai (2012). Agli importanti ruoli curatoriali Pedrosa ha sempre affiancato un’ampia attività critica: i suoi articoli sono apparsi sulle edizioni online e cartacee di riviste come
ArtforumFlash ArtMousseFrieze. Dal 2014 è direttore artistico del MASP – Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand, progettato da Lina Bo Bardi.


Gli studenti del Gymme hanno visitato i padiglioni storici allestiti ai Giardini e il giorno seguente, accompagnati da una guida, hanno potuto visitare l’Arsenale e potuto comprendere al meglio le installazioni, le opere, i video presenti in mostra e i concetti che facevano da leitmotiv. Inoltre, hanno potuto constatare con piacere che alcune opere presenti in mostra trattavano le rotte percorse dai migranti o dai rifugiati in fuga, progetto questo già percorso nel 2015 dalla loro insegnate, l’artista Elisabeth Hölzl. Nel 2015, infatti, erano giunti a Merano un cospicuo numero di rifugiati che erano stati ospitati nei pressi della Stazione: Elisabeth Hölzl aveva deciso di coinvolgerli e insieme -rifugiati e studenti- avevano ricreato le rotte dei loro “viaggi della speranza”, ricamandole tutti insieme su un enorme telero di stoffa pesante.


Sul piano educativo il viaggio a Venezia e la visita accurata di Giardini e Arsenale rappresentano un’importante tappa nel cammino verso l’arte e la storia dell’arte di questi giovani che forse intraprenderanno proprio questi studi e questa carriera. Una esperienza non comune per studenti della loro età.