La guerra tra Israele e Palestina è un conflitto che dipende da molteplici fattori tra i quali le dinamiche locali, ma soprattutto dalle politiche internazionali.
Con la vittoria di Donald J. Trump, 47esimo Presidente degli Stati Uniti, il conflitto israelo-palestinese potrebbe subire cambiamenti radicali a favore di Gerusalemme.
Infatti è bene ricordare che durante il primo mandato, Trump aveva adottato una politica molto favorevole a Israele, ad esempio spostando l’ambasciata USA da Tel Aviv alla città santa di Gerusalemme riconoscendo la sovranità israeliana sulle alture del Golan, o ancora, riducendo i fondi all’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi.
Il 7 novembre il Ministero della Difesa israeliano ha dato notizia di aver raggiunto e concluso un accordo con la Boeing per acquistare i nuovi caccia F-15 EX dotati di sistemi d’arma di ultima generazione e in grado di raggiungere la velocità di MACH 3, ovvero 3 volte la velocità del suono, per un valore complessivo di 5,2 miliardi di dollari.
Aerei molto importanti e strategici per Israele che si uniranno ai nuovi F-35 sempre di produzione americana.
Eyal Zamir, Direttore generale del Ministero della Difesa israeliano ha dichiarato in una conferenza stampa che la nuova flotta di F-15 EX, insieme alla terza flotta di F-35 già acquistata quest’anno, rappresenta un passo avanti cruciale nella potenza aerea e capacità strategica di Israele, che si è rivelata decisiva nella guerra in corso a Gaza e in Libano.
Sarà interessante vedere quale politica estera attuerà il Presidente Trump nella guerra tra Israele e Palestina, visto l’importanza del ruolo americano in questo conflitto attuale.